A colui che è fermo nei tuoi sentimenti tu conservi la pace - Isaia 26:3-4

 


“A colui che è fermo
nei tuoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida…Sulla riva dei tuoi giudizi, Signore, noi ti abbiamo aspettato! Al tuo nome, al tuo ricordo anela l’anima”.

Il profeta Isaia venne sopraffatto da ciò che accadeva nel mondo intorno a Lui. I suoi anni di ministero si estesero lungo i regni di quattro re, con ogni probabilità egli ebbe un ministero di sessant’anni. Il profeta Isaia, il cui nome significa “La salvezza viene dal Signore”, avvertì Israele che la sua malvagità sarebbe stata punita, ma che Dio nella sua grazia avrebbe un giorno provveduto un Salvatore per i Giudei come per gli stranieri.

Isaia era in costante comunione con Dio in preghiera. “Signore, noi ti abbiamo aspettato! Al tuo nome, al tuo ricordo anela l’anima”. Questo profeta era preparato a tutto, perché stava già pregando. Si trovava già nella giusta posizione con il Signore.

Si abbandonò alla semplice fiducia nel Signore, la sua roccia. “Confidate per sempre nel Signore, perché il Signore, si, il Signore, è la roccia dei secoli”.

In un altro capitolo del libro di Isaia (12:2) sta scritto : “Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia e non avrò paura di nulla, poiché il Signore, il Signore è la mia forza e il mio cantico”.

La stessa meravigliosa prospettiva che aveva Isaia nei tempi difficili è a nostra disposizione oggi. Le promesse di riposo si applicano a tutti coloro che sono fermi nei loro sentimenti. 

Nel capitolo 25:9 sta scritto : “Ecco, questo è il nostro Dio; in lui abbiamo sperato ed egli ci ha salvati. Questo è il Signore in cui abbiamo sperato”.  

Mentre la tempesta infuria intorno a te, vai al Signore in preghiera ? Proprio come fece Isaia ? Se è cosi, stai guadagnando forza. Fissa la tua mente su Gesù ed egli ti incoraggerà a superare tutto.

Mentre meditavo su questa parola, ho pensato a quando Gesù ordinò ai suoi discepoli di salire su una barca che era diretta verso una collisione. La Bibbia, (Matteo 14:22), dice che egli “obbligò i suoi discepoli a salire sulla barca…”. Questa barca era diretta verso acque agitate e sarebbe stata sbattuta qua e là.

Dov’era Gesù ? Sui monti che guardava verso quel mare. Era lì che pregava per loro affinché non fallissero nella prova, che egli conosceva.

La rotta della barca, la tempesta, le onde furiose, i venti, tutto ciò era parte di una prova che il Padre  aveva pianificato. Stavano per imparare la più grande lezione che avessero mai avuto : apprezzare Gesù durante la tempesta.

Fino a quel momento avevano riconosciuto in Gesù colui che faceva miracoli, colui che aveva cambiato del pane e dei pesci in un cibo miracoloso, avevano apprezzato Gesù come l’amico dei peccatori, colui che aveva portato alla salvezza ogni persona perduta. Sapevano che egli aveva parole di vita eterna, che aveva il potere di sconfiggere ogni opera del diavolo. Lo conoscevano come un maestro, che insegnava loro come pregare, perdonare…

Ma non avevano ancora imparato a riconoscere Gesù nella tempesta. Eppure i discepoli pensavano di conoscerlo bene, ma non riuscirono a riconoscerlo nella tempesta.

La barca veniva sballottata, sospinta dalle onde, sembrava che doveva affondare, i venti soffiano forti, i discepoli hanno tutto contro di loro.

Ma alla quarta vigilia della notte, Gesù andò verso di loro, camminando sul mare. E i discepoli, vedendolo camminare sul mare, si turbarono e dissero : “È un fantasma!”. E presi dalla paura gridarono. Ma subito Gesù parlò loro e disse: “Coraggio, sono io; non abbiate paura!” (Matteo 14:24-27).

Improvvisamente vennero sopraffatti, il solo pensiero che Gesù potesse essere lì vicino vegliando su di loro, gli sembrava qualcosa di impossibile. Gesù sapeva che loro non avrebbero potuto conoscerlo appieno o credere in lui fino a che la tempesta non li avesse colpiti.

I discepoli non riconobbero Gesù nella tempesta, non pensavano che fosse con loro. Quanto deve essere stato difficile per Gesù far passare i discepoli per questa prova, amandoli cosi tanto, provando le stesse angosce che loro sentivano. Ma Dio vide quella tempesta con occhi differenti. Questa prova  era per i discepoli quello che il deserto era stato con Gesù.

Dio li aveva portati lontano dai miracoli, messi su una piccola e fragile imbarcazione, lontani dall’alto solaio; Dio permise che loro fossero provati, non che affogassero.

Gesù voleva semplicemente che credessero in lui come il loro Signore. Egli vuole mostrarci che la tempesta ha un solo proposito, quello di portarti verso la completa pace e fiducia nella sua potenza e nella sua presenza.

Dio dona la sua pace a colui che è fermo nei suoi sentimenti, a colui che ha una fiducia stabile in Dio.

Il profeta Isaia ci dice che per avere la pace dobbiamo esercitare la fede in Dio. Chi ha la pace di Dio, è colui che si è affidato totalmente a Dio senza alcuna riserva. Il profeta ci esorta a confidare solo e sempre nel Signore, di continuo, anche nei momenti difficili, nelle tempeste della nostra vita.

Dio vi benedica

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