Ci saranno guerre e rumori di guerre - Matteo 24:6





Ci saranno guerre e… rumori di guerre… insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno. Si potrebbe facilmente pensare che questa profezia si stia già realizzando oggi, ma ciò che ora vediamo è ancora poco rispetto a ciò che avverrà. In realtà, il prossimo evento, nei piani di Dio, sarà il rapimento della chiesa (Giovanni 14:1-6; 1 Co 15:51-57). Nessuna di queste profezie si adempirà prima di tale evento. Dopo il rapimento della chiesa, l’orologio profetico di Dio inizierà il conto alla rovescia e questi fatti si susseguiranno rapidamente. Ci saranno carestie, pestilenze e terremoti in vari luoghi. 

Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro” (1 Tessalonicesi 5:3 – 4).

Proprio in questo momento il mondo è in subbuglio e la gente si chiede: “Stiamo vedendo il ripetersi della storia? Ci stiamo forse avviando verso un olocausto nucleare? Il mondo sta correndo fuori dal controllo?”. “Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina” (Luca 21:28).

Siamo di fronte alla terribile verità che le tensioni fra le nazioni non possono più essere risolte. Le indicazioni dicono che non sembrano più esserci soluzioni diplomatiche. 

Ora capiamo quello che intendeva Gesù quando diede questo avvertimento: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra, angoscia delle nazioni, spaventate dal rimbombo del mare e delle onde; gli uomini verranno meno per la paurosa attesa di quello che starà per accadere al mondo; poiché le potenze dei cieli saranno scrollate” (Luca 21:25-26).

Quando Gesù fece questo avvertimento, aggiunse quest’affermazione: “Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole con potenza e gloria grande. Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina” (21:27-28).

Sono convinto che tutte le cose tremende che vediamo accadere in questo momento sulla terra uragani, tsunami, terremoti, drastici cambiamenti climatici, terrorismo, minacce nucleari, guerre e rumori di guerre, tutte hanno a che fare con la venuta di Cristo.  La chiesa primitiva chiese all’apostolo Paolo di scrivere di più a proposito di questi tempi.

Poiché i cristiani ai tempi di Paolo sentivano avvicinarsi la distruzione di Gerusalemme, volevano sapere di più degli eventi profetici. Temevano l’invasione degli eserciti nemici, che avrebbero preso ridotto moltitudini in schiavitù. I credenti sentivano che quei momenti pericolosi erano alle porte. Perciò chiesero a Paolo di specificare meglio quanto sarebbe avvenuto: “Facci sapere come dobbiamo leggere i tempi”.

Tutto sta segnalando la venuta del Signore Gesù, per portare via il suo popolo.

Paolo rispose con queste parole di speranza: “Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte” (1 Tessalonicesi 5:1-2).

Paolo descrisse loro cosa sarebbe avvenuto quando Cristo sarebbe ritornato: “Perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore. Incoraggiatevi dunque gli uni gli altri con queste parole” (4:16-18).

L’esortazione di Paolo per loro voleva essere un incoraggiamento. Egli stava dicendo, in effetti: “Non dovete essere ansiosi per quanto sta succedendo sulla terra. Non dovete essere oltremodo preoccupati per i tremendi segni e per le calamità. Sapete bene di cosa si tratta. Sono tutti segnali della venuta del Signore Gesù, per portare via il suo popolo”.

Possiamo stare certi che lo svolgersi precipitoso degli eventi ci sta portando verso lo scopo eterno di Dio. Questo mondo non è in balia di se stesso, il Signore non ha abbandonato la terra, non importa quanto malvagia ed incredula sia diventata l’umanità.

Piuttosto, Dio ha semplicemente tolto la pace. E ciò che adesso vediamo è un rapido movimento degli eventi verso quel “divino evento” che ci sta davanti: la ricreazione di nuovi cieli e di una nuova terra, dove Cristo regnerà supremo per tutta l’eternità.

L'apostolo Pietro  ci dice che, secondo le promesse di Dio, noi cristini “aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia” (2 Pietro 3:13). Inoltre dice che se crediamo nella parola di Dio, sappiamo che la storia corre verso il giorno della venuta del Signore, quando “i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno” (3:12).

“Il giorno del Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate. Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà, mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio” (3:10-12).

A quel punto, dice Pietro, possiamo aspettarci di vedere nuovi cieli e nuova terra. E dovremmo guardare con aspettativa queste cose.

Quando Gesù diceva: “In quei giorni alzate il capo” (Luca 21:28), sta parlando del punto in cui dovremmo concentrarci.

Come figli di Dio non dovremmo concentrarci sulle notizie dei quotidiani. Non dovremmo fissarci sulle guerre e sui rumori di guerra, né sulla possibilità di un incidente nucleare o sulle altre cose che stanno per venire sulla terra.

Sappiamo già che Paolo rassicurò i Tessalonicesi: “Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva” (1 Tessalonicesi 5:1). Poi Paolo aggiunse: “Voglio che sappiate l’unico fatto certo di questa faccenda”. Quindi disse loro: “Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno” (5:3). Paolo sta dando alla chiesa un vero indizio. Sta descrivendo l’unica cosa che accadrà ad ogni società proprio prima dell’improvvisa distruzione e del giudizio. E quest’unico fatto dimostrato è l’umanità stessa che si assicura la sicurezza e la prosperità.

Ecco la dimostrazione dell’imminente distruzione che non sbaglia mai. E Paolo la dichiara con le prove del passato.

Per dirla in parole povere, non c’è posto nella scrittura in cui Dio abbia mai mandato la distruzione su una società, se non quando quella società stessa era ossessionata dalla sicurezza e dalla prosperità. Paolo sta dicendo: “Ecco la dimostrazione certa della storia, relativa a tutte le azioni distruttrici di Dio. Sono sempre avvenute quando le persone erano certe della propria prosperità e della propria sicurezza, volgendo comunque le spalle al Signore”.

Dobbiamo fare attenzione a tutti i discorsi di pace e prosperità, perché proprio allora arriva una tremenda tempesta. È allora, quando la pace e la sicurezza diventano lo scopo principale, anche quando le sentinelle tuonano e tutti sanno che soltanto un miracolo può salvare l’umanità, che possiamo aspettarci un’improvvisa distruzione.

Gesù attinse un’analogia fra i giorni di Noè e di Lot e quelli relativi alla sua venuta. Ha detto che in entrambi i casi la gente mangiava, beveva, si sposava, comprava e vendeva. In altre parole, le attività di tutti i giorni scorrevano come sempre, e non sempre erano necessariamente malvagie.

Ma nelle generazioni di Noè e di Lot il perseguimento di queste cose ossessionavano tutta la società. Le attività di tutti i giorni diventarono l’obiettivo principale, il diversivo potente che tratteneva la gente in una tale morsa, da annichilire gli avvertimenti dello Spirito Santo.

Secondo Gesù, accadrà la stessa cosa all’ultima ora, proprio prima della distruzione improvvisa. Tutto il mondo cercherà sicurezza e prosperità, una preoccupazione che assillerà molti anche nella chiesa. L’obiettivo della gente sarà sulle cose di questo mondo, e dimenticheranno di rimanere saldi nella fede.

In che condizioni sarà il popolo di Gesù? Avrà una fede vibrante? Cercherà Lui e desidererà la Sua venuta? O si preoccuperà per le cose di questo mondo?

Quando Cristo tornerà, troverà la sua chiesa nella morsa dei falsi profeti che predicano una pace, un successo, delle ricchezze e dei bei tempi falsi? Il profeta Geremia descrive un periodo del genere nella storia di Israele: “Infatti dal più piccolo al più grande, sono tutti quanti avidi di guadagno; dal profeta al sacerdote, tutti praticano la menzogna. Essi curano alla leggera la piaga del mio popolo; dicono: "Pace, pace", mentre pace non c'è” (Geremia 6:13-14).

Ma è quando queste cose iniziano a consumarci, quando prendono il nostro tempo, i nostri pensieri, le nostre energie, le nostre attività, al punto di farci dimenticare di cercare Dio, che il nostro cuore inizia ad indurirsi. Vedete, quando stare bene non basta, quando il comprare, il vendere ed il fare soldi preoccupano la nostra mente e la nostra anima, si instaura in noi la tiepidezza. E quelli che si sono impegnati a cercare la sicurezza e la prosperità finiscono per disprezzare gli avvertimenti di Dio: “Essi curano alla leggera la piaga del mio popolo; dicono: "Pace, pace", mentre pace non c'è” (Geremia 6:14).

Quando Noè profetizzò che stava per venire una grande distruzione, venne beffato dalla sua generazione.

In tutta la storia biblica, sentinelle hanno camminato per le strade avvertendo dei giudizi imminenti, profetizzando al popolo di Dio. Ma spesso la chiesa si tappa le orecchie e si dà ai piaceri, al cibo e al vino, a comprare, a vendere e a costruire.

Dio istruì Geremia di dare questo avvertimento al suo popolo: “Di' loro tutte queste cose, ma essi non ti ascolteranno; chiamali, ma essi non ti risponderanno. Perciò dirai loro: "Questa è la nazione che non ascolta la voce del SIGNORE, del suo Dio, e che non vuol accettare correzione; la fedeltà è perita, è venuta meno nella loro bocca” (Geremia 7:27-28). Allo stesso modo nel Nuovo Testamento, Paolo scrive: «Dio ha dato loro uno spirito di torpore, occhi per non vedere e orecchie per non udire, fino a questo giorno» (Romani 11:8).

Quando i Farisei chiesero a Cristo di dare loro un segno, egli rispose: “La mattina dite: "Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo!" L'aspetto del cielo lo sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non riuscite a discernerli? Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno, e segno non le sarà dato se non quello di Giona” (Matteo 16:3-4). Nel vangelo di Luca, Gesù aggiunge queste parole: “Infatti come Giona fu un segno per i Niniviti, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione” (Luca 11:30).

Gesù, la sua croce, la sua risurrezione, il suo sangue versato  è l’unico segno necessario. Egli è soddisfazione piena. Il giorno della distruzione verrà improvvisamente. In un batter d’occhio, tutte le cose materiali di questo mondo perderanno il loro valore, diventeranno assolutamente inutili. Rimarremo senza niente, se non Cristo – ma non avremo bisogno di nient’altro. Egli è la Parola vivente di cui abbiamo bisogno.

La Bibbia non è un manuale per la prosperità. È la porta alla rivelazione di Cristo, che è la nostra pace e  la nostra sicurezza. Egli è la nostra ricchezza, il nostro benessere, il nostro oro. 

Questo è l’evangelo che predichiamo. E questo è il Cristo che serviamo.














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