Ripartenza - Ezechiele 37:1-14


Il profeta Ezechiele vide le ossa… secche di Giuda e Israele in una valle. Gli fu ordinato di profetizzare la rinascita di queste ossa. Il profeta presenta l’incoraggiante notizia che offre speranza di vita a Israele. Una rinascita è possibile! Persino ossa secche, prive di tendini, muscoli e sangue, possono vivere. La venuta dello Spirito di Dio è fonte di vita. In un mondo cosparso di ossa secche, vi è ancora tanto bisogno di questa sensazionale verità. Abbiamo bisogno che lo Spirito Santo venga con la sua potenza vivificante e che un reale risveglio investa la terra.

Non appena la Parola di Dio uscì dalla bocca del profeta, muscoli, carne e pelle iniziarono a rivestire le ossa.  Profetizzò poi allo Spirito o soffio e lo Spirito entrò nei corpi, a raffigurare la restaurazione nazionale d’Israele (vv.  11-14), restaurazione e rigenerazione di un popolo spiritualmente morto. Non possiamo non scorgere il parallelo con la nostra rigenerazione, caratterizzata com’è dall’opera della parola del Signore (v. 4) e dello Spirito (respiro) di Dio (v. 9).

“Ripartenza” è una parola d’ordine di questi tempi. Anche nella Bibbia abbiamo immagini che parlano di ripartenza e particolarmente significativa è quella di un mucchio di ossa che ricomincia a vivere e che troviamo in Ezechiele 37.

Nel contesto del profeta Ezechiele questa profezia riguarda il popolo di Israele esiliato a Babilonia, terra in cui era stato deportato nel 586 a.C. E dove sarebbe rimasto per circa 70 anni. È molto bello vedere che nonostante la sofferenza di Israele, Dio interviene. Comunica con un profeta, Ezechiele, che ha con lui un rapporto profondo, viene portato a spasso da Dio in questa valle in cui ha una visione. Questa profezia trova la sua piena realizzazione nel 538, con il ritorno del popolo in Israele, ed uno stato autonomo ed indipendente fino alla conquista di Alessandro Magno nel 322. a.C.

Ezechiele può avere questa visione perché la sua vicinanza con Dio gli consente di essere in contatto con lui e quindi di non essere scoraggiato o smarrito davanti alla situazione di sofferenza provocata nell’esilio. Questo incoraggia ognuno di noi ad un rapporto profondo ed intimo col Signore, in modo tale che con la sua mano, ci trasporti in una valle per avere delle visioni di speranza.

La domanda che Dio rivolge a Ezechiele è imbarazzante. Rispondere: “Sì, le ossa possono rivivere”, potrebbe sembrare contro-evidente, perché banalmente le ossa non rivivono. Rispondere: “No, non possono” potrebbe ugualmente sembrare una mancanza di fedeltà nei confronti del Dio onnipotente che fa sgorgare acqua dalle rocce… Allora meglio la risposta. “Tu lo sai…” che rimanda al mittente la domanda. Prima di passare a vedere cosa effettivamente risponde e fa il Signore, fermiamoci ad immaginare cosa sono le ossa. Verissimo che sono spesso simbolo di morte, si pensi al teschio con due ossa incrociate. Tuttavia anche le semplici ossa, benché ormai secche e prive di cellule viventi, sono pur sempre elementi solidi, agglomerati di calcio ed altri minerali che resistono al tempo. Il popolo non è ridotto a niente, ha ancora una sua solidità e base su cui costruire. Sono pur sempre ossa, con una forma, una funzione, che si adatteranno le une alle altre.

Qualsiasi devastazione possa cadere su una chiesa, rimangono sempre delle ossa, degli elementi solidi che il Signore ha lasciato e che non verranno meno, e su questi il Signore costruirà. I popolo di Israele era esiliato, ma non annientato. Proprio nel contesto dell’esilio sembra aver dato un peso sempre maggiore alla Parola di Dio, alla Bibbia vera e propria come insieme di libri, non esistendo più il tempio. La Bibbia non era letta nel tempio, ma non era annullata, anzi!

Ezechiele profetizza secondo la parola ricevuta ed effettivamente c’è una resurrezione. Muscoli, carne e pelle crescono sulle ossa e ancora prima che crescano muscoli, carne e pelle c’è rumore e movimento. Le ossa si avvicinano e poi vengono unite. Cerchiamo di immaginare la scena: che tipo di rumore ci sarà stato? Ossa che scricchiolano? Corpi che si mettono in moto? Qualsiasi cosa sia si tratta di un fenomeno straordinario, dalla morte alla vita. Eppure non basta. Questo rumore e questo movimento che di per sé sembrano elementi vitali, miracoli, sono ancora mancanti. Manca loro lo spirito e per quanto diversi dalle ossa secche non sono ancora vera vita.

Ezechiele deve invocare lo Spirito perché questo vivifichi le ossa. Il paragone continua con le tombe che vengono scoperchiate ed i cadaveri che risuscitano. Per quanto dotati di carne, muscoli e pelle erano ancora morti e c’è bisogno di Spirito. Un simile passo ricorda l’inizio della storia del mondo, la creazione, in cui l’uomo non è che pelle, ossa, muscoli e carne, tratti da terra impastata che erano anche viventi, ma che mancavano di un alito di vita. Di uno spirito.

Nella visione di Ezechiele lo Spirito arriva dai quattro venti, e fa diventare i morti un esercito. Come possiamo noi diventare dei “respiratori” di spirito. Camus ha scritto un libro straordinario, ha ricordato che il male è sempre lì. Questo però non basta. Insufflare spirito nel mondo in cui viviamo significa parlare dello Spirito di Dio, invitare a leggere la Bibbia, che è Parola di Dio e che è fonte di Spirito. Significa agire come persone resuscitate che mostrano con azioni concrete, con amore, con vera vita che c’è uno Spirito e che la vita è molto di più che un “rumore” o un “movimento” di ossa, pelle e muscoli.

Se vogliamo ripartire davvero  dobbiamo invocare con forza, con digiuno, con preghiera convinta che lo Spirito venga a risvegliare noi stessi, e che il nostro risveglio si propaghi verso altri. Tutto ciò non ha il fine di rivedere un bel circo di persone attive ma, più spiritualmente, di “conoscere chi è il Signore!”

Leggiamo in conclusione il v. 14, “Io metterò in voi il mio spirito e voi tornerete in vita. Vi porrò sul vostro suolo e conoscerete che Io, il Signore, ho parlato e ho messo la cosa in atto, dice il Signore”.


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