L'unità fraterna - Salmo 133:1-3


Piccolo ma prezioso. In questo salmo il salmista rileva quattro caratteristiche principali: essa è buona, fragrante e piacevole, ristoratrice, nonché garanzia sicura della benedizione divina. 

L’unità tra fratelli è cosa soave. Nondimeno tale unità non comporta l’uniformità di pensiero: in questioni fondamentali, di dottrina, vi è pieno accordo; su questioni secondarie vi è libertà di opinione. Su tutto dovrebbe regnare lo spirito d’amore.

Può esservi unità anche senza uniformità: siamo tutti diversi ma la diversità non impedisce la collaborazione. Ciascun membro del corpo umano è diverso dall’altro ma, poiché funziona in ubbidienza al capo, esso concorre a fornirci un mirabile esempio di unità. 

Può esservi unità anche senza unanimità: Dio non ci obbliga a essere d’accordo gli uni con gli altri su questioni di minore importanza… è sufficiente concordare su quelle fondamentali. Su tutto il resto si può essere in disaccordo, a patto di gestire le eventuali divergenze con rispetto reciproco e senza rendersi antipatici. 

I veri nemici dell’unità sono la gelosia, il pettegolezzo, la maldicenza, lo spirito critico e la mancanza d’amore. 

L’unità è come l’olio profumato usato per consacrare il sacerdote Aaronne Esodo 30:22-30); versato sul suo capo, scese sulla barba… fino all’orlo dei suoi vestiti. Il gradevole profumo si sparse intorno a lui.

L’olio santo dell’unzione rappresenta il ministero dello Spirito Santo, il quale discende come dolce fragranza sul popolo di Dio (quando questo vive unito e felice) e diffonde tutt’intorno il profumo soave della sua testimonianza.

L’unità reca ristoro. Essa è come la rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion. Il salmista vede il monte Ermon come sorgente di corroborante frescura per le montagne più distanti. Anche in questo caso la rugiada raffigura lo Spirito Santo, il quale porta il ristoro dell’unità fraterna fino ai confini della terra. Nessuno può calcolare l’enorme portata dell’influenza esercitata dai credenti che camminano in comunione con Dio e con i fratelli. 

Il Signore ordina infine la benedizione là dove i fratelli e le sorelle vivono uniti. 

Si consideri, ad esempio, la Pentecoste: i discepoli vivevano in pace e armonia, uniti nella preghiera e nell’attesa dello Spirito Santo. Improvvisamente lo Spirito di Dio discese su di loro in tutta la sua pienezza. Con la fragranza e il ristoro del vangelo essi proseguirono così per Gerusalemme, la Giudea, la Samaria e le regioni più distanti della terra. 

La benedizione è descritta come la vita in eterno. Tale affermazione si può interpretare in due modi. L’unità rende il popolo di Dio in grado di godere la vita nel senso più vero. Inoltre chi appartiene a Dio diventa un canale attraverso il quale la vita si propaga ad altri.


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