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Visualizzazione dei post da gennaio, 2022

La nostra fede in tempi di prova

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“Infatti, per essa fu resa buona testimonianza agli antichi” (Ebrei 11:2). La parola greca tradotta come “rendere” qui vuol dire “portare testimonianza”. I nostri antenati nel Signore avevano una fede ferma, ancorata. La loro fede incrollabile divenne per il mondo una testimonianza della fedeltà di Dio in mezzo a tempi di prova. I nostri antenati dovettero far fronte a alluvioni, lo scherno, gli arresti, la prigione, il fuoco, la tortura, la guerra e la fossa dei leoni. Pensa a tutte queste cose, nonostante tutto la loro fede nel Signore non vacillò mai. Perché?   Perché Dio testimoniava dentro di loro di essere contento, si compiaceva di loro . I nostri padri sapevano che Dio stava sorridendo loro dicendo: “Ben fatto! Tu hai creduto in Me ed hai avuto fiducia”. “Ora senza fede è impossibile piacergli, poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano” (Ebrei 11:6). Ogni volta che teniamo salda la posizione della nostra fede nei momen...

Perseverare nella dottrina della Parola di Dio - 2 Timoteo 3:14

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Ancora una volta l'apostolo Paolo esortava Timoteo a perseverare nella dottrina della Parola di Dio. Questa sarebbe stata la sua risorsa vitale nel giorno in cui le false dottrine si fossero moltiplicate a dismisura. La conoscenza e l’osservanza delle Scritture gli avrebbero impedito di cadere preda di quei sottili inganni. Timoteo non si era limitato a imparare le meravigliose verità della fede, ma ne aveva acquistato personalmente la certezza. Senza dubbio si sarebbe sentito dire che erano antiquate e non abbastanza colte o intellettuali, ma doveva guardarsi bene dall’abbandonare la verità per le teorie o le speculazioni umane.  L’apostolo gli consiglia di ricordare da chi le ha imparate. Vi è qualche dubbio riguardo al riferimento espresso dal pronome chi (lo stesso Paolo? la madre e la nonna di Timoteo? gli apostoli in generale?). In ogni caso, Timoteo aveva appreso le Scritture da coloro che testimoniavano la realtà della loro fede con la vita, gente devota che...

La gioia di dimorare nella casa di Dio - Salmi 84

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Quale luogo può essere mai paragonato all’incantevole dimora di Dio?  Essa è un luogo di incomparabile bellezza, di straordinario splendore e di ineffabile beatitudine.  Quando afferma: “L’anima mia langue e vien meno, sospirando i cortili del Signore”, il salmista esprime l’effettivo desiderio di essere con il Signore in persona. Questo è quanto afferma nella frase successiva “…il mio cuore e la mia carne mandano grida di gioia al Dio vivente”.  Il pellegrino si identifica col passero e con la rondine. In un altro salmo, il passero è usato come metafora di solitudine (“Veglio e sono come il passero solitario sul tetto”; Salmo  102:7) e chiunque abbia mai osservato una rondine sa bene quale creatura irrequieta essa sia: sfreccia e vola senza posa sempre più in alto sfruttando le correnti. Entrambe sono metafore appropriate del popolo di Dio che soggiorna nel deserto.  I figli di Israele possono trovare riposo e sicurezza per sé e per le p...